Quinto articolo realizzato in partership con la Fondazione Aristide Merloni e BestofTheApps srl, nell'ambito del progetto Appennines Discovery. Come al solito un ringraziamento speciale va al Dott Francesco Fantini che di volta in volta, ci guida alla scoperta del nostro meraviglioso territorio.
Oggi proveremo a farvi perdere tra le bellezze artistiche del paese di Camerino, tornate a splendere dopo il devastante sisma.
Camerino fuori le mura. "Prospettive d’arte dal Quattrocento al Settecento” è la mostra attualmente allestita a Palazzo Castelli a Camerino.
Le opere sono state recuperate da chiese e musei dopo il sisma del 2016 e per la prima volta d’allora sono visibili capolavori come l’Annunciazione di Angelo d’Antonio e la preziosa pala settecentesca del Tiepolo, la Visione di San Filippo Neri con la Madonna e il bambino.
Tiepolo, impegnato al tempo in grosse committenze, riuscì a prendere l’incarico di questo importante capolavoro per la Chiesa di San Filippo in Camerino, attribuzione poi nel tempo pienamente confermata anche dallo storico dell’arte Pietro Zampetti, ciò ha dato lustro alla stessa Camerino con questo capolavoro di uno dei più grandi artisti del ‘700 italiano ed europeo.
Nel 1966 è giunta integra fino a noi, trasferita al Gabinetto del Restauro degli uffizi nel 1966, si salvò dalla disastrosa alluvione del 1966 in Firenze, uscendo indenne dalle acque dell’Arno che inondò la città, ora simbolo del patrimonio preservato dal forte terremoto del 2016 che colpì il camerte.
Tra le opere degne di nota di questa importante e significativa mostra ricordiamo Il ritratto di Giulia Varano bambina di Dosso Dossi, affreschi staccati di Giovanni Angelo d’Antonio, un a tempera su tavola di Arcangelo di Cola, un mezzobusto bronzeo di Urbano VIII, la Famiglia Barberini di Gian Lorenzo Bernini, due pale di Valentin Boulogne.
“È una mostra che ha il sapore di rinascita - ha detto il sindaco Sandro Sborgia al taglio del nastro - una rinascita che passa attraverso le bellezze della città e che riconducono alle sue origini che non vanno dimenticate".
Articolo a Cura di Francesco Fantini
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